Aggiornamenti

12/03/2020

Nel bel mezzo del ciclone….

Il coronavirus sta modificando i nostri modi di vita e sta avendo un forte impatto verso l’economia globale. Ebbene, ogni qualvolta cambiano le attese di crescita degli utili aziendali, si “riequilibra” il rapporto P/E (price/earnings), ovvero il rapporto tra il prezzo delle azioni di una società e l’utile della società stessa. Maggiore sarà l’utile societario atteso, maggiore sarà il prezzo delle azioni e viceversa.

Oggi si sta verificando una accadimento raro e particolare, una pandemia globale, ma al contempo si sta verificando un accadimento routinario, un calo delle quotazioni di mercato. Gli individui sono abituati a reagire “di pancia”, acquistando quando vedono gli indici azionari che crescono e magari sono ai massimi, per poi vendere quando tutto scende e magari ci sono le quotazioni ai minimi. E’ sempre stato così, già il famoso banchiere di fine ‘800, Nathan Rothschild disse “il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade”. Il concetto è ancora valido e attuale. Il momento di comprare titoli è infatti quando le altre persone sono più dubbiose o prese dal panico.

Nel tempo, i mercati pur avendo subito anche forti oscillazioni, sono sempre cresciuti.

 

01/03/2020

Il mondo obbligazionario

Molti risparmiatori restano ancora legati ai periodi in cui le obbligazioni e i titoli statali garantivano alti rendimenti; oggi non è più così. Come mai?

Negli anni ’80, l’inflazione era alta e i tassi di interesse elevati. I titoli statali pagavano addirittura rendimenti annui a doppia cifra. La politica monetaria ha pian piano fatto calare Il livello dei tassi di interesse. Nel 2002 si è entrati nell’Euro e la banca di riferimento è divenuta la BCE. I tassi hanno continuato a scendere, per scelta della stessa banca centrale. Come mai? Tassi di interesse bassi facilitano la ripresa in una economia in rallentamento. Si è addirittura arrivati ad avere tassi di interesse negativi, per contrastare una fase economica alquanto difficile. Questa scelta è stata, come ha definito il precedente Governatore Mario Draghi, “non convenzionale”.  Tralasciando le teorie monetarie, questo cosa ha provocato?

tassi interesse

Il grafico evidenzia il rendimento dei titoli statali. E’ sempre calato, facendo per contro, aumentare i prezzi degli stessi. In altre parole? Consideriamo che un titolo ad 1 anno, ad esempio un BOT a 12 mesi, abbia rendimento del 3%. Dunque lo si acquista a 97 circa e, dopo un anno, rimborsa 100. Se il giorno dopo l’acquisto, i tassi di interesse si spostassero (anche per scelta della banca centrate) al 2% il titolo aumenterebbe di valore fino a 98 circa. Quindi, in questi anni di ribasso dei tassi di interesse, i prezzi dei titoli obbligazionari sono aumentati; ora però un acquirente di un titolo obbligazionario lo pagherebbe “tanto”, con poco guadagno; addirittura, in presenza di tassi di interesse negativi, detenere obbligazioni può portare ad una perdita. Le obbligazioni sicure pagano tassi di interesse negativi, quelle rischiose, “pagano” il rischio dell’emittente.

In questo contesto investire nei soliti bond non è più redditizio; occorre investire in soluzioni obbligazionarie differenti.

05/12/2019

La truffa dei diamanti

Nonostante la notizia sia generalmente già nota, diverse persone sono ancora all’oscuro del “caso diamanti”. Che cosa è accaduto?

Preciso che sto seguendo “da vicino” la questione, poiché collaboro con avvocati specializzati in diritto bancario, nella difese di clienti truffati.

Diverse banche hanno collaborato con società di vendita di diamanti, come mediatori; nulla di male, a prima vista. Le pietre preziose sono state collocate come bene rifugio e alcuni istituti di credito hanno addirittura garantito il riacquisto, al prezzo di vendita, degli stessi diamanti. Trattasi di diamanti regolarmente certificati e confezionati in blister. Per diversi anni il collocamento di questo prodotto è continuato nella norma; i pochi clienti che desideravano venderli, venivano incrociati con interessati acquirenti. Il problema è sorto quando operatori specializzati nel mercato dei diamanti hanno ravvisato i mass media che tali pietre erano trattate a prezzi ben lontani dalla realtà. Quando successivamente i detentori delle pietre si sono recati in massa nelle banche che li hanno collocati per metterli in vendita, il castello di carta è crollato. I diamanti sono stati venduti a prezzi ben superiori ai valori reali delle pietre; i poveri clienti si sono ritrovati con un valore ben inferiore a quello investito.

 

 

22/10/2018

I fondi pensione integrativi

Ci avviciniamo a fine anno e alla possibilità di “dedurre” dal reddito la cifra destinata a fondi pensione integrativi, fino ad un limite massimo di 5.164 € annui.

Oltre al vantaggio fiscale, credo sia molto importante devolvere una quota di reddito in fondi pensione integrativi per garantirsi una pensione futura decorosa; è indubbio che attualmente l’INPS non navighi in acque rosee e, secondo il parere di importanti economisti, il rischio è che tra 10-15 anni le pensioni siano assolutamente insoddisfacenti.

Ricordo inoltre che:

  • i fondi pensione non sono soggetti a Irpef, Ires, Irap.
  • 5.164€ annui sono deducibili dall’aliquota marginale Irpef più alta.
  • i fondo pensione in riscossione pagano massimo una imposta pari al 15% (in decremento di 0,30% ogni anno dopo il 15esimo, fino ad un minimo di 9%), invece dell’aliquota Irpef (minimo 23%). 
  • Il rendimento dei fondi pensione è tassato al 20% (12,5% per titoli White List – statali e sovranazionali) invece che al 26%.
  • I fondi pensione non sono soggetti al bollo Monti

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.